Layne Stanley scomparve lo stesso giorno di Kurt Cobain, il 5 aprile 2002
Nel giro di poco tempo la musica perse dei cantanti e compositori straordinari, perchè il grunge sapeva interpretare il malessere dei giovani anni ’90
Layne era uno di loro, dotato di una voce incredibile e la copertina di Alice in Chains , omonimo disco del 1995, preannunciava che la band sarebbe diventata un “trippod” visto che il cantante sarebbe scomparso
Nutshell tratto dal live Unplugged per Mtv del 10 aprile 1996
Cita un giornalista:
[…] poiché morì il 5 di aprile proprio come Kurt Cobain, nessuno o quasi che accenni ogni tanto anche a Layne Staley, a quel corpo irriconoscibile che ritrovarono nel suo appartamento il 19 aprile del 2002, abbandonato, solo come un cane per ben due settimane.
L’ultimo disco degli Alice in Chains, dall’omonimo titolo, in copertina riporta proprio l’immagine di un cane con una zampa mancante, che rappresenta una sorta di prefigurazione della scomparsa successiva di Staley (gli AIC erano in quattro).
[…] La fine di Layne è una fine per consunzione, la si può già intuire rivedendo i suoi occhi nel video dell’unplugged a MTV, la sua posa inerte, schiacciata dal peso di una storia che si legge dappertutto nei suoi testi. Si respira ovunque come una mancanza di spazio, una stanchezza fisica accentuata dall’uso di droghe che opprime, ma che esplode e si libera grazie alla musica degli Alice in Chains, agli accordi aperti e ai suoni saturi delle chitarre elettriche, alle voci di Layne e Jerry Cantrell che si rincorrono in meravigliose fughe.
[…] Per me, diciottenne all’epoca di Jar of Flies (1994), che interrompe in un certo senso la furia sonora dei precedenti lavori e si raccoglie in composizioni più intime, il grunge era soprattutto questa compresenza tra dolore e furia iconoclasta [che ritroviamo senz’altro anche nei primi Nirvana di Bleach (1989), ma soprattutto in quelli che sono stati i capostipiti della vena punk del movimento di Seattle, i seminali Mudhoney, nati dalle ceneri dei Green River, di cui facevano parte anche Jeff Ament e Stone Gossard, che avrebbero poi formato i Pearl Jam].
Da parte mia, che ho preso coscienza dei miei pensieri e dei miei sentimenti accompagnandoli a queste sonorità sporche, a questo modo trasandato di stare al mondo, che del punk aveva interiorizzato la rabbia e annullato l’estetica, mettendo un punto definitivo al decennio degli Ottanta, non poteva non esserci, oggi, un ricordo della voce dolce e straziante di Layne Staley”.
La copertina profetica di Alice in Chains (1995)
Would tratta da Dirt
Il brano Down in a hole
Layne aveva una voce straordinaria, scese in quel buco nero cantato appunto in Down in a hole e non fu aiutato a rivenire alla luce.
David
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