Il ritorno blues americano southern di Terry Allen
Le crisi esistenziali di un giovane Houdini, un circo infestato da vampiri, pirati assassini,la morte dell’ultima stripper della città, la guerra in Afghanistan nei testi del disco con vera musica
Recensione
Terry Allen è un personaggio solitario ma pieno di storia artistica. Infatti è una leggenda del Texas del paese della stessa città, Lubbock, TX, e con tendenze canore simili a quelle dei più famosi Flatlander: Joe Ely, Jimmie Dale Gilmore e Butch Hancock. Allen è anche un artista visivo con disegni e dipinti in mostra in alcuni dei musei più famosi del mondo. Chiamato da molti un “maestro paroliere” ed è un narratore così fantasioso e a ruota libera che le sue canzoni sono quasi come mitologie. Ha molto da attingere che si tratti di disegni, stampe, sculture, teatro, spettacoli radiofonici, canzoni o poesie. E, per di più, è uno storico impareggiabile del West americano. Allen non fa spesso album, ma ne crea di davvero memorabili.
Proprio come Moby Dick è già stato soprannominato il successore spirituale di Lubbock (su tutto) dal 1979, spesso citato come uno degli album country più influenti di sempre. Certo, ne ha fatti diversi da allora, ma questo è il primo dal Bottom of the World del 2013. Just Like Moby Dick, la sua prima raccolta di canzoni originali dal 2013, Allen si evolve, portando nuovi musicisti e cantanti nell’ovile per creare un album derivante dal blues contornato di vero country americano.
Ogni canzone di Just Like Moby Dick, emette un tenero bagliore. Ciò è in gran parte dovuto alle esibizioni sensibili e liriche dei membri della Panhandle Mystery Band. Durante tutto, la chitarra slide di Lloyd Maines stabilisce un ritmo lento da cui gli altri seguono con garbo.
Nell’apri-album “Houdini Didn’t Like the Spiritualists”, la band allunga abilmente le note dai loro strumenti, creando una tavolozza di suoni di supporto per circondare il canto morbido e salato di Allen. Forse abbiamo già sentito queste trame derivate dalle corde di Allen prima che “Death of the Last Stripper” come “The Beautiful Waitress” di Lubbock (su tutto) – ma ciò non significa che non valgano di nuovo la pena , soprattutto con un pò più di ritmo. Il disco è un viaggio intimistico suonato con passione, lontano dai trend attuali e per questo motivo lo rende ancor più affascinante.
Tracklist
A1 | Houdini Didn’t Like The Spiritualists | |
A2 | Abandonitis
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A3 | Death Of The Last Stripper
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A4 | All That’s Left Is Fare-Thee-Well
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B1 | Pirate Jenny | |
B2 | American Childhood I: Civil Defense | |
B3 | American Childhood II: Bad Kiss | |
B4 | American Childhood III: Little Puppet Thing | |
C1 | All These Blues Go Walkin’ By
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C2 | City Of The Vampires
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C3 | Harmony Two
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C4 | Sailin’ On Through |
Ottimo ritorno.