‘Apocalypse & Chill’ un disco decisamente accattivante!
Potenza e melodia nelle tracce dominate da una voce unica
Recensione
Uno degli attributi più forti dei Delain è sempre stato il loro sound accattivante e ‘Apocalypse & Chill’ sicuramente non delude. Progetto nato da un’idea dell’ex tastierista di Within Temptation, Martijn Westerholt, il quintetto sinfonico metal olandese Delain si vanta naturalmente di arrangiamenti altamente eleganti. Dopotutto, la cantante Charlotte Wessels — presente dal primo album del 2006, Lucidity — è facilmente tra le migliori.
Allo stesso modo, il resto dell’attuale line-up (il chitarrista Timo Somers, il bassista Otto Schimmelpenninck van der Oije e il batterista Joey de Boer) sono ugualmente abili nel consolidare un suono molto caratteristico. Non sorprende, quindi, che il loro ultimo disco, ‘Apocalypse & Chill ‘(che unisce il “senso di morte imminente e l’indifferenza umana ad esso”) incorpora ancora una volta quella chimica. È vero, non si allontana molto dai Moonbathers del 2016 ma va bene considerando la sua moltitudine di melodie allettanti e la pesante complessità.
Tra le melodie più contagiose c’è l’apripista “One Second”, che inizia con cori angelici e note di piano per preparare ai testi sentimentali, riff di chitarra quadrati e ritmi avvincenti. Il disco ha un’apparenza pop/rock radio-friendly ma con delle esplosioni di chitarre power davvero monumentali. Il riffing generale dei platter è molto bello.
Il brano successivo, “We Had Everything”, è altrettanto accattivante e attraente ma con un margine più arioso e agrodolce per apporre dei canti sintetici. “To Live Is to Die” si avvicina un pò all’elegante bizzarria tonale e alle fluttuazioni dinamiche, per esempio, dei Dream Theater e Ayreon. La potente performance di Wessels, unita a un ruggente assolo di chitarra raddoppiato verso la fine, continua avvincente fino al termine. In seguito, “Let’s Dance” è forse un pò troppo formalmente lineare ma la densità, la concentrazione e l’eleganza di tutto ciò la rende piacevolmente ascoltabile. Allo stesso modo, la ballata di chiusura, “The Greatest Escape”, ha un senso quasi ipnotizzante.
“Burning Bridges”, “Vengeance” e “Masters of Destiny” contengono alcuni magistrali cambiamenti di atmosfera . “Legions of the Lost” contiene ad esempio un supporto corale abbastanza profondo da adattarsi a una tragedia greca, il finale strumentale “Combustion” è appropriatamente un tour-de-force di virtuosismo. Di certo un album di uno spessore molto elevato.
Tracklist
- One Second
- We Had Everything
- Chemical Redemption
- Burning Bridges
- Vengeance
- To Live Is To Die
- Let’s Dance
- Creatures
- Ghost House Heart
- Masters Of Destiny
- Legions Of The Lost
- The Greatest Escape
- Combustion
Da avere assolutamente.
Musicaeanima.com
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