Ghostemane
ANTI-ICON è un disco innovativo ed inquietante
Sfuriate in rima rap con chitarre nu-metal e sottofondi in chiave alternative NWO
Rap e nu metal possono essere diventati sempre più intrecciati negli ultimi dieci anni, è ancora piuttosto raro che le fusioni dei due generi si sentano veramente organiche e autentiche. Per ogni riff originale, ci sono mille imitazioni per le quali gli stessi giri di chitarra e flussi emo non sono mai altro che una novità, una tendenza facile da guidare e un’estetica pronta da mordere fino a quando non arriva il prossimo in coda. Eric Whitney, il musicista nato in Florida noto come Ghostemane, è qualcosa di diverso, un artista fin troppo raro la cui sintesi di rap e metal va oltre il pastiche o il puro riferimento per ottenere qualcosa di aggressivamente nuovo. Prodotto e progettato in parte dai leggendari Ross Robinson e Arthur Rizk (che ha lavorato con Power Trip e Code Orange), l’ultimo album di Ghostemane ANTI-ICON lo vede davvero reclamare il suo trono come l’erede apparente del nu-metal. È quello che ti aspetteresti dalla corretta introduzione di un artista al mainstream, un suono con un budget molto più ampio rispetto al suo lavoro precedente. La produzione è inesorabile e pesante, chitarre rumorose e tamburi trap martellanti, ma l’album è espansivo, momenti inquietanti di eterea contro scene di un film dell’orrore. È un enorme passo avanti, pur rimanendo un gusto acquisito e senza compromessi. Ghostemane è emerso come parte del vasto collettivo rap online Schemaposse, un gruppo guidato dall’ex membro dei Raider Klan JGRXXN che includeva anche Lil Peep. Sebbene il suo lavoro si sovrapponga all’emo-rap di GothBoiClique, Ghostemane ha forgiato la sua strada, accumulando un devoto seguito underground in gran parte al di fuori della macchina dell’industria musicale e anche al di fuori degli Stati Uniti, come con tanti rapper identificati con “SoundCloud Rap ”, una parte sostanziale della base di fan di Ghostemane si trova nell’Europa orientale. La maggior parte del cosiddetto SoundCloud Rap è altrettanto YouTube Rap.
Il culto di Ghostemane è cresciuto in gran parte grazie ai suoi video musicali spesso virali, ai film horror in miniatura che formano un collage da incubo di vernice per cadaveri, maschere della peste e sostanze chimiche tossiche (i video recenti di Whitney per “Lazaretto” e “Hydrochloride” sono stati diretti dal suo fidanzato, artista e musicista altrettanto online Poppy). È un artista che sembrava emergere dall’etere con una mitologia e una sensibilità estetica completamente formate. L’energia oscura che canalizza, tuttavia, è in qualche modo rimossa dalle tue immagini metal occulte convenzionali: a differenza di tanti rapper influenzati dalle sfumature più dure del rock, Ghostemane è attratto non necessariamente dal satanico ma da una sorta di spiritualismo a portata di mano, dall’astrologia, dalla stregoneria, dalla simbologia New Age e da altre arti oscure e pratiche mistiche. Sembra aver appreso da Hollywood la cultura del NWO e delle deviazioni Monarch ma pare (dai testi si evince questo) che sia rifiutando questo mondo. Forse è troppo tardi? Come giustificare l’uso delle maschere Monarch? Come giustificare però il testo sulla salvezza come il titolo di questo album proclama in maiuscolo, la musica di Ghostemane resiste alla cultura delle celebrità e all’iconografia della celebrità virale. Mentre Ghostemane si fa rap su “AI”, “Se non mi conosci ormai, non voglio che tu lo sappia”. L’album non è coperto dalla sua faccia o dal suo nome, ma da un elmo d’acciaio chiodato, forse sinonimo visivo di esistenza agli occhi del pubblico, tanto una corona quanto una gabbia. È giusto che ANTI-ICON sia un assalto a tutto campo alla macchina della fama perché l’album doveva essere il debutto di una major di Ghostemane.
Come un recente documento del profilo Rolling Stone, l’accordo è fallito perché Whitney voleva più autonomia e controllo di quanto l’etichetta anonima fosse disposta a permettersi. L’indipendenza si addice a un artista che non è solo disinteressato alla celebrità, ma antagonista nei suoi confronti: Ghostemane ha un debito visibile e udibile con Marilyn Manson, ma è ancora più una creatura delle ombre che l’auto-descritta Antichrist Superstar. Tracce come “Sacrilege” e “Hydrochloride” hanno un evidente debito sonoro con i Nine Inch Nails e l’industrial degli anni ’90, mentre altri tratti dell’album scivolano via dalle esplosioni cyberpunk al black metal (“Intro.Destitute”) o all’hardcore punk (il primo metà di “Calamity”). Ci sono più strumenti “reali” che mai, brandelli di chitarra corposi e colpi di esplosioni martellanti che turbinano nello stesso calderone scuro come frammenti di rumore aspro e charleston trap. I testi di Whitney riflettono costantemente su ansia, insicurezza e malattia mentale, ma allo stesso tempo trasuda sfacciata sicurezza. La sua forma della voce cambia con la stessa facilità, un momento di rap chopper acuto e altamente preciso, urla profonde e ringhi gutturali quello successivo. Ci sono rumori disumani di origine non identificabile come i gorgoglii nauseabondi e le gocce di “Anti-Social Masochistic Rage [ASMR]”. Muta dalla pura incarnazione della minaccia, un demone della paralisi del sonno evocato dalle copertine degli album degli Slipknot e dai film di Rob Zombie a un essere umano sensibile e indifeso. L’album più vicino “Falling Down” riduce tutto a una semplice serie di accordi e la voce di Whitney si addolcisce in un gemito sommesso e disperato. La rappresentazione più letterale della musica di Ghostemane non appare nella musica di Whitney, ma in un’altra via di espressione creativa. Terminando questo disco suona come se ai Nine Inch Nails piacesse cantare in rima trap. I testi e le immagini sono riconducibili alla programmazione Monarch ma sembra che lui se ne sia accorto.
Tracklist
1. Intro.Destitute
2. Vagabond
3. Lazaretto
4. Sacrilege
5. Ai
6. Fed Up
7. The Winds Of Change
8. Hydrochloride
9. Hellrap
10. Asmr [Anti-Social Masochistic Rage] 11. Melanchoholic
12. Calamity
13. Falling Down
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