Sanremo e il pubblico: il CTS dovrà decidere anche qui?

A causa delle polemiche in corso, la decisione passa al CTS

Tutto deve passare sotto le loro mani, compreso il mondo della musica?

 

festival-di-sanremo

 

Riporta una testata:

La Rai ha deciso: il protocollo che domani sarà presentato al Comitato tecnico scientifico punterà tutto sulla messa in sicurezza del teatro Ariston e degli spazi connessi, assicurando però “lo show ai telespettatori nel rispetto della musica e della storia del festival”, che resta previsto dal 2 al 6 marzo. La parola passa dunque agli esperti, che dovrebbero pronunciarsi mercoledì o, più probabilmente, venerdì, ma che, almeno in base alle prime anticipazioni del protocollo, sarebbero orientati a dare il via libera. Dopo una lunga riunione tra l’azienda e Amadeus, conduttore e direttore artistico, alla luce dell’evoluzione della pandemia la scelta è stata rivoluzionare il progetto originario per concentrarsi esclusivamente sulle serate all’Ariston. E di fronte alla platea vuota, bisognerà fare uno sforzo di fantasia e immaginare proposte creative “compatibili con questa impostazione”: toccherà ad Amadeus e al sodale Fiorello, abituato a scaldare il pubblico in sala con le sue performance, mettere professionalità ed esperienza al servizio di una formula che – nelle intenzioni dell’azienda – punterà sullo spettacolo e insieme sul rispetto per i teatri e la cultura che tanto hanno pagato in questi mesi di chiusure. E che ne giorni scorsi si erano schierati compatti con l’alt del ministro dei Beni culturali Dario Franceschini alla presenza del pubblico. “Mi pare una scelta orientata a perseguire la massima sicurezza, esattamente come abbiamo fatto annullando il palco di piazza Colombo o qualsiasi altro evento collaterale”, commenta il sindaco Alberto Biancheri. Per evitare il rischio assembramenti, sono stati infatti archiviati definitivamente la nave – immaginata all’inizio come ‘bolla’ per il pubblico – e il palco esterno a due passi dall’Ariston, che nelle ultime due edizioni ha attirato migliaia di persone. Bocche cucite sui minori introiti nelle casse della Rai in termini di sponsorizzazioni – una partita da diversi milioni di euro – a fronte di risparmi che l’azienda porterà a casa riducendo drasticamente il plotone degli inviati delle diverse trasmissioni monopolizzate per l’intera settimana dal festival. La Rai e l’organizzazione hanno giocato le loro carte, ora tocca al Cts. “Il Festival di Sanremo è una manifestazione che sicuramente si organizzerà all’inizio del mese di marzo, siamo in attesa di ricevere dalla dirigenza Rai il piano di sicurezza in maniera tale che possiamo poi esprimerci con un nostro parere circa la modalità di fruizione dell’evento”, spiega a Radio1 Fabio Ciciliano, segretario del Cts. Quanto all’ipotesi del rinvio a fine aprile, circolata nei giorni scorsi come una delle opzioni sul tavolo, “non penso – argomenta Ciciliano – che ci sarà uno slittamento. Si tratta semplicemente di analizzare con precisione quelle che sono le attività del Festival all’interno del teatro Ariston e soprattutto all’esterno”. Giù le mani, comunque, da Sanremo. “Il Festival e la città sono due realtà indissolubili”, avverte il sindaco, respingendo al mittente l’opportunità, suggerita dal ceo di Fimi Enzo Mazza in un’intervista al Corriere della Sera, di spostare l’evento fuori dall’Ariston o altrove, come nel Forum di Assago. Un’idea che il governatore della Liguria Toti boccia come “assolutamente folle”.

 

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3 pensieri su “Sanremo e il pubblico: il CTS dovrà decidere anche qui?

  1. L’ultima volta che ho visto una puntata di Sanremo è stato quando ho visto Alessandro in arte Mahomood/Mahomed
    Quando giornalisti della Rai continuavano a ripetere come un mantra che è figlio di papà egiziano e mamma italiana, si capiva, anzi era scontato che vinceva lui.
    Solita propaganda finta multiculturale, piano kalergi…
    Dico finta multiculturale perché il vero multiculturalismo esiste da quando l’essere umano vive su questo pianeta, inoltre la bellezza sta nella diversità dei popoli, non omologarli e rendere tutti delle amebe estranee a se stesse.
    Che poi i veri episodi di razzismo vengono quasi sempre messi tacere, oppure li usano come spot per la campagna elettorale (destra e sinistra sono uguali, due mani dello stesso corpo, elezioni finte, democrazia mai esistita).
    Dà l’impressione che partecipare a lotte contro razzismo sia diventato un modo per giustificare gusti sessuali, oppure perché va di moda, e a una parte interessa veramente il tema contro la discriminazione.

    Dico gusti sessuali, ebbene sì, per chi potrebbe scandalizzarsi, è così e spiego il motivo: quando ci sono crimini contro gli uomini afro, accorrono alle manifestazioni antirazziste, un sacco di donne, anche porno stars seminude; mentre quando sono le donne afro ad essere discriminate, talvolta ci sono stati dei cantanti rapper (50cent, Lil Wayne ecc) e altri afro che hanno fatto approvazioni pesanti contro le donne di colore…. ecco… dove erano tutte le anti razziste (eccetto qualcuna) a protestare?!

    La lobotomia continua grazie a chi appoggia tutto ciò e intanto i potenti della terra si sfregano le mani.

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    1. Più che altro si vocifera che molti Sanremesi, benché traggano guadagno dalla manifestazione, siano contrari alla sfilata in questa situazione. E’ oltremodo ridicolo che Amadeus venga pagato centinaia di migliaia di Euro con denari pubblici mentre non vengono erogate casse integrazioni, ristori e la situazione sia drammatica in generale. La loro atmosfera che vogliono propagandare è che va tutto come sempre ma non è così quest’anno. Inoltre teniamo conto delle gravi irregolarità del Festival negli anni passati, diretta a F&P come unico fruitore, il quadro è offensivo e drammatico allo stesso tempo.

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  2. Eh, ci mancavano quei cialtroni ultra pagati del CTS, che per me sta per cialtroni televisivi supponenti.
    Questa follia non accenna a finire ahimé, con tutti i drammi che stiamo vivendo a livello economico e sociale ci si occupa e preoccupa di un festival ormai anacronistico e pure pilotato.

    Allo schifo non c’è mai fine a quanto pare.

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