Godspeed You! Black Emperor
G_d’s Pee AT STATE’S END! la recensione
I Godspeed You! Black Emperor sono una di quelle band che non si capiscono subito. Vanno ascoltate e riascoltate ma alla fine la loro genialità esce sempre e comunque. Sembra banale dire che l’anno scorso è sembrato come se gran parte del mondo avesse vissuto all’interno dei Godspeed You!Black Emperor. Chiunque abbia familiarità con la propensione del collettivo di Montreal per le trasmissioni di sventura ispirate all’anarchismo può tracciare paralleli tra le profezie del gruppo di una società distrutta dal capitalismo neoliberista e il caos che riempie quotidianamente le nostre timeline di Twitter, i governi e le strade. Dopo un anno di blocchi, proteste per i diritti civili e tentati colpi di stato, poche persone hanno bisogno di Godspeed per dirci che il futuro è incerto.
È un sollievo quindi che anche gli stessi Godspeed riconoscano questo, nel loro settimo disco, G_d’s Pee AT STATE’S END !, non ci offrono una semplice suite ma piuttosto un accompagnamento alla nostra attuale spirale di morte e forse, qualche ispirazione su come uscirne. Il nuovo album è diviso in quattro parti: due passaggi di venti minuti di strumentazione densa con titoli altrettanto densi (il disco si apre con ‘A Military Alphabet (five eyes all blind) (4521.0kHz 6730.0kHz 4109.09kHz) / Job’s Lament / First of the Last Glaciers / (ROCKETS FOR MARY) ‘) e due tagli più brevi.
Le campane delle chiese suonano sotto strati di chitarre e tamburi militari, tra la radio AM statica che riempie lo sfondo, c’è il canto degli uccelli e, sussurrandolo, un senso di speranza. Quando la traccia di apertura dell’album giunge al termine, è punteggiata da esplosioni lontane; potrebbero essere colpi di arma da fuoco, ma anche fuochi d’artificio. La seconda traccia dell’album, “Fire at Static Valley”, si apre con le sirene dell’ambulanza e costruisce strato dopo strato di cupe chitarre e archi dolenti, trasformandosi in una marcia funebre. Allo stesso modo, il passaggio di apertura di “Government Came …” è inconfondibilmente doloroso, tutto violini lamentosi e tamburi lenti e pesanti. Ma poi arrivano le chitarre e le cose iniziano a diventare un po ‘più brillanti. Le corde ora suonano semplicemente malinconiche e c’è un po ‘più di luccichio sul riverbero. Nel giro di pochi minuti, la band si avvicina alle vette vertiginose ed esaltanti di quella che è ancora senza dubbio la loro opera ‘Lift Your Skinny Fists’ del 2000 . Ogni disco dei Godspeed You! Black Emperor è un viaggio musicale, non hanno canzoni usa e getta da classifica, (anche tutta la loro discografia) rappresenta un intrigo sonoro profondo, dove ogni volta che si prova la sensazione di non farcela, arriva la soluzione. Possiamo definirli camaleontici, espressivi, profondi, tecnicamente capaci di mischiare sonorità particolari a suite musicali. Senza dubbio geniali fino in fondo.
Tracklist
01. A Military Alphabet (five eyes all blind) (4521.0kHz 6730.0kHz 4109.09kHz) / Job’s Lament / First of the Last Glaciers / where we break how we shine (ROCKETS FOR MARY)
02. Fire at Static Valley
03. “GOVERNMENT CAME” (9980.0kHz 3617.1kHz 4521.0 kHz) / Cliffs Gaze / cliffs’ gaze at empty waters’ rise / ASHES TO SEA or NEARER TO THEE
04. OUR SIDE HAS TO WIN (for D.H.)
Musicaeanima
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