Gli Underking tornano con un disco al fulmicotone- la recensione

Underking – il soprannome del talentuoso Maxwell Jeffries – suona una miscela contagiosa di heavy metal tradizionale, thrash, metal alternativo, il tutto racchiuso in uno splendore decisamente moderno. Attraverso l’ampiezza variegata di At Hell’s Gate, Jeffries suona come se stesse rendendo omaggio a una vera orda di influenze, mentre allo stesso tempo offre una versione fresca sul lato del metal che si diletta in break giubilanti, ritornelli orecchiabili e groove entusiasti. Underking arriva alle porte dell’inferno con un’energia che induce allegria e un debole per la scrittura di canzoni orecchiabili e contemporaneamente potente. Come scoprirai inevitabilmente entrando nella mischia, Jeffries è un cantante particolare. È sempre stato così, ma qui è davvero salito al di sopra di una soglia superiore. Bilancia una ricchezza lussureggiante e una nitida chiarezza con un peso emotivo straordinariamente delicato – anche quando urla un coro che pompa sangue, il suo approccio è gentile. Non esitante, ma piuttosto consapevole. Di conseguenza, la pura presenza della voce non diventa mai opprimente. È una qualità che, francamente, pone Jeffries come un gigante a confronto con la la maggior parte delle persone che tentano di lasciare il segno nel mondo del metal. Se questo ragazzo avesse operato nel periodo di massimo splendore della NWOBHM sarebbe stato comodamente accanto alle leggende. Un disco che, caro lettore, è veramente top ad oggi aprile 2021. Superbo, da ascoltare ed avere.

Tracklist

1. Shadow I’ve Become
2. Embrace the Arcane
3. World in Flames
4. Oblivion
5. Whispering Death
6. Red Sun Rises
7. The Dream is Over…
8. The Nightmare Ends…
9. No Mercy (feat. Charlotte Corry and Two Eyes Open)
10. Halloween (Bonus Track/Misfits Cover)

Musicaeanima

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