Riporta una testata:
«Famoso sul web… è nel mondo», proprio come scrive lui. È il titolo del rockumentario che da domani, mercoledì 15 marzo, sarà disponibile su Chili, la principale piattaforma italiana dedicata al noleggio e all’acquisto di film in formato digitale. La firma è del regista Giuseppe Del Curatolo, che ha scritto anche soggetto e sceneggiatura con la collaborazione di Lorenzo Procacci Leone. La produzione è del Circolo del Cinema “Dino Risi”, la realizzazione di PaBaVision, la produzione esecutiva di Apocalipsi Näu. Il protagonista è Domenico Bini, cantante e chitarrista heavy metal ultrasessantenne, di Trani, co-capoluogo della provincia Bat, in Puglia, indiscutibilmente un fenomeno del web.
Nonostante sia il nonno rocker che tutti avremmo voluto, non possiamo che rilevare l’ipocrisia generale dei suoi moltissimi fan. Domenico Bini non sa suonare, non va a tempo, è stonato come una campana, ha centinaia di canzoni identiche tra loro con la progressione in power chord Mi Sol La oppure alternativa La Do Re. I fan gli mettono i cuori e lo elogiano per portarlo in giro e questo è sfociato addirittura in un documentario. Strano che il regista non se ne sia accorto o magari è l’ennesima esaltazione del cattivo gusto, del brutto e dello scarso. Smettete di chiamarlo Maestro, smettete di elogiarlo perché chi suona veramente e studia sa cosa significhi farlo per davvero. Un’ offesa a tutti i veri musicisti che si cimentano per ore ed ore raffinare la tecnica. Siamo stati fin troppo sinceri ma sfottere in questo modo un uomo di questa età che non ha capito che viene deriso per la sua totale incapacità di comporre rappresenta un modus operandi davvero di basso livello.

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purtroppo oggi va così, la competizione “da like” e “follower” spinge tutto verso il basso, nel caso della musica poi l’italia è da decenni annichilita dall’inesistente istruzione di base presente a scuola se confrontata con altri Paesi
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Perche’ scusa, per fare buona musica devi per forza saper suonare o essere intonato? Non mi sembra proprio, molte band che sono passate alla storia non sono nulla di tutto ció, suonavano power chord e avevano una tecnica alquanto approssimativa.
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Grazie per il commento ma il punto non era questo. Si parla che, benche’ il SIg. Bini sia il nonno che vorremo tutti, non solo non è intonato ma proprio fastidiosamente stonato e con una conoscenza molto scarsa della chitarra elettrica. Il punto era che molti fan lo incoraggiano davanti e lo beffeggiano dietro. Il documentario ovviamente non fa che mettere in evidenza uno scarsissimo compositore musicale e che viene deriso anche se apparentemente sembra sia molto amato. La linea tra la beffa, prendere in giro un signore anziano, convinto che sappia suonare e cantare secondo noi, è stata oltrepassata.
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concordo totalmente
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perdonami ma il paragone con le band (se pur ugualmente grezze nella tecnica e/o conoscenza della teoria musicale) che hanno fatto la storia del pop-rock, inventando melodie, generi musicali, sottogeneri, movimenti di protesta o di impegno o disimpegno, politico NON regge proprio
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Rispettiamo il suo pensiero ma nel nostro articolo dove sarebbe il paragone con band famose, a quale frasi si sta riferendo esattamente?
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