Finalmente gli Skid Row hanno ritrovato la loro magia e hanno realizzato un degno seguito al loro classico album Slave To The Grind. È un album che amo ancora oggi. Ci saranno pure voluti 31 anni, quattro album e quattro cantanti, ma alla fine sono riusciti a consegnare un album dirompente e all’altezza della situazione. Questo è davvero un album eccezionale. Cosa c’è di diverso in questo album, il loro primo disco completo in 16 anni, più o meno qualche EP? Il cambiamento più importante è il nuovo cantante, Erik Gronwall. Egli porta con sé un’attitudine e una spavalderia, oltre a una voce da urlo e a una gamma vocale all’altezza. Riesce a raggiungere con facilità le note di entrambi gli estremi dello spettro. Inoltre, il produttore Nick Raskulinecz ha dato a questa band, ovviamente rinvigorita, un suono enorme e potente. Di conseguenza, questo album vi colpisce tra le orecchie come un treno merci in corsa. L’album esplode con Hell Or High Water. Vanta un riff pesante con tutta la spavalderia e l’aggressività di Monkey Business. Anche se va detto che il ritornello non è troppo dissimile da quello dell’album Livin’ On A Chain Gang. Non è un male, perché aiuta a definire il livello di ciò che seguirà nei dieci brani successivi. Rimanendo in tema di paragoni, la title track suona come un ibrido tra Psycho Love e Riot Act, con un ritornello memorabile. Sarà un grande brano dal vivo. Lo stesso si potrebbe dire per gran parte dell’album, tanta è la forza del materiale. Il senso di rinascita della band è evidente anche nei testi. Le brillanti Not Dead Yet e Resurrected ribadiscono questo messaggio. L’affermazione della prima che “non si getta sporcizia su una bara aperta” è particolarmente vera, poiché è evidente che c’è ancora molta vita in loro. Hanno chiaramente riscoperto chi sono musicalmente. Dopo essere stati un po’ fuori rotta dal confuso Subhuman Race del 1995 (a noi comunque piaceva anche se l’attitudine troppo grunge non era forse adatta) ora sono tornati a fare quello che sanno fare e che hanno fatto meglio. Ora hanno grandi canzoni e un cantante fantastico, così bravo che non ho usato la parola Sebastian nemmeno una volta, fino ad ora. Davvero, il suono di una band che è finalmente passata a un futuro brillante. Disco pazzesco! |
Tracklist
1 – Hell Or High Water
2 – The Gang’s All Here
3 – Not Dead Yet
4 – Time Bomb
5 – Resurrected
6 – Nowhere Fast
7 – The Lights Come On
8 – Tear It Down
9 – October’s Song
10 – World’s On Fire

Consigliato da Musicaeanima.
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