Tic-tac: la sveglia sta per suonare anche per il music-biz?

E’ solo questione di poco tempo e tutta la massa di denunce fatta per il mondo del cinema approderà inevitabilmente a quello della musica!

Come avevamo preannuciato nell’articolo

Il caso Harvey Weinstein: solo la punta dell’iceberg?

 

prepariamoci ad ascoltare cantanti famose che cominceranno a vuotare il sacco. Hanno iniziato da poco Lady Gaga, Katy Perry e Ke$ha e via pian piano la faccenda si  allargherà con una forza inarrestabile.

 

Scrive un giornale:

Da Weinstein a Spacey, la Fabbrica dei sogni è diventata un incubo. Adesso tocca al settore musicale?

La Musica non è stata ancora messa nel mirino dei neopuritani, ma è questione di ore.

Hollywood brucia, le fiamme lambiscono Cinecittà. Le sordide vicende di un laido come Weinstein rischiano di svuotare l’ultracentenario Eldorado dei divi, dove curiosamente il Sofà del Produttore descritto nell’illuminante libro di Alan Seldwin era in bella vista da sempre e in tante e tanti vi si sono accomodati senza troppi imbarazzi. Sì, l’irrefrenabile pulsione priapica di Mr. Harvey è decisamente rivoltante, perché al concetto stupratorio della sessualità somma il ricatto del potente nei confronti delle indifese.

Attenzione, perché in questo balletto di giuste cause, vecchie miopie risanate e ipocrità diffusa il prossimo campo dove verranno appiccate le fiamme sarà quello della Musica. Anzi, strano che non l’abbiano già fatto. Eppure gli Eagles ci avevano già avvertiti quaranta e passa anni fa con quel capolavoro di ballata, “Hotel California”, che qui in Italia molti hanno frainteso come un delizioso trallallero rock e invece era la metaforica denuncia di uno star-system nel quale puoi entrare, a patto di vendere il tuo corpo e la tua anima, ma dal quale non potrai più uscire, il luciferino “albergo” che non ti consente di allontanarti pena la tua stessa vita. Quell’Hotel California identificabile con lo Chateau Marmont del Sunset Boulevard dove tutto l’establishment del rock e del pop si è in ogni stagione mischiato con quello hollywoodiano per baccanali, orge, festini di droga, avventure irriferibili, pratiche innominabili, eccessi da far impallidire Sodoma e Babilonia messe insieme. E dove una brutta notte morì John Belushi, al termine di una settimana di stravizi con eroina e coca, un ultimo squallido party nel suo bungalow con Robert De Niro, Robin Williams e forse Jack Nicholson.

 

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Aspettiamo e cerchiamo di capire che oltre alle molestie sulle donne, adulte e consezienti, c’e’ ben di più.

 

 

 

David

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Fonte

 

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